Le coltivazioni

OLIVETO

L’oliveto di Agrivar nasce nel 2016 con la volontà di riportare la coltivazione dell’olivo sulla collina di Varignana scomparsa a causa delle avverse condizioni climatiche che nel XVIII secolo interessarono questa area geografica.

Tutto il progetto olivicolo aziendale si fonda su due idee principali:

  • Puntare sulle cultivar autoctone;
  • Intensificazione e meccanizzazione, finalizzate alla riduzione dei costi di gestione e per rendere più efficiente e razionale l’uso di tutti gli input agricoli.

Le varietà scelte, in primis, sono quelle dell’Emilia Romagna, in particolare “Ghiacciola”, “Nostrana di Brisighella” e “Correggiolo”.

Essendo varietà tradizionali classicamente coltivate a vaso policonico, nell’ottica di favorire quanto più possibile la meccanizzazione, sono state piantate con un sesto 5.5m tra le file e 4m sulla fila e con forma di allevamento a palmetta, in modo da mantenere il volume della pianta ridotto e sagomato.

Questa forma di allevamento favorisce la raccolta con macchine scavallatrici (es. vendemmiatrice) o macchine con raccolta laterale (es. Athena) le quali permettono di ridurre considerevolmente i tempi di raccolta preservando la qualità delle olive e dell’olio e con una ottimizzazione dei costi.

Nel corso degli anni la superficie olivetata è aumentata fino a raggiungere un totale di 265 ettari e 12 varietà diverse, usate per produrre oli mono e multi cultivar.

Gli oli extravergine di oliva attualmente in produzione sono:

  • Claterna biologico – Monocultivar di “Ghiacciola”
  • Stiffonte – Monocultivar di “Correggiolo”;
  • Vargnano – Monocultivar di “Nostrana”;
  • Pandesco biologico – Monocultivar di “Maurino”;
  • LaFonte – Multicultivar: le olive di base di questo olio sono di cultivar “Leccio del Corno” alla quale vengono unite altre cultivar per dare un olio dall’amaro e dal piccante deciso;
  • CaBianca biologico: Multicultivar: le olive di base di questo olio provengono dalla cultivar “Maurino” alla quale vengono unite altre cultivar per dare un olio profumato, fresco e dal piccante e amaro equilibrato e piacevole al palato.

VIGNETO

La vigna nasce nel 2017 con la messa a dimora di vitigni autoctoni emiliano-romagnoli, come Sangiovese, Albana e Pignoletto e internazionali quali Pinot Nero , Chardonnay, Pinot Bianco.

Il progetto vitivinicolo si basa sulla selezione e valorizzazione di tali cultivar.

Oggi, il vigneto si estende su una superficie di 50 ettari sulla quale sono coltivate 7 diverse varietà: Pignoletto, Albana, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero, Sangiovese e Malbo Gentile.

I vini prodotti sono:

  • Due Spumanti Metodo Classico: Blanc de Noirs, Blanc de Blancs;
  • Due vini bianchi fermi: Chardonnay Colli d’Imola DOC e Romagna Albana DOCG;
  • Due vini rossi: Sangiovese Superiore Romagna DOC e Pinot Nero Rubicone IGT.

La produzione dei vini avviene completamente nella cantina dell’azienda, inaugurata nel 2021, dotata di macchinari di ultima generazione che consentono di ottenere produzioni di grande qualità, espressioni del terroir caratteristico dei calanchi. Mentre la vinificazione avviene in vasche in acciaio e in cemento.

Infine, nell’elegante e caldo ambiente della sala degustazione, è possibile fare assaggi di vini, oli evo, prodotti dall’azienda e del territorio.

NOCCIOLETO E MANDORLETO

Altro aspetto in rapido sviluppo nell’azienda è il comparto di frutta a guscio, in particolare mandorle e nocciole su una estensione di circa 7 ettari.

La varietà principale coltivata è la gentile delle Langhe utilizzata principalmente per degustazioni, al breakfast del Resort e dell’Agriturismo, come snack aperitivo a km zero e, infine, per la preparazione di ricette e dolci da gustare nei nostri ristornati

Le mandorle, insieme alle nocciole, contribuiscono ad ampliare l’offerta di prodotti a km zero della nostra azienda agricola.

MELOGRANI E FRUTTETI

A chiudere la cornice delle colture aziendali vi sono le coltivazioni della frutta autoctona e del melograno.

Queste colture nascono e si sviluppano di pari passo con l’intero progetto agricolo e ha raggiunto, nel corso degli anni, una superficie di circa 30 ettari.

Ciò che caratterizza i frutti di queste colture è il loro uso; pesche, albicocche, susine, pere, mele e fichi vengono consumati freschi e trasformati in succhi e frutta spalmabile, offerti ai clienti durante il breakfast, in abbinamento alle degustazioni di olio evo e vino, e vendute nei punti vendita aziendali sia nell’ambito agrituristico che nei vari outlet del Resort.

ZAFFERANO

Tra le coltivazioni di punta dell’azienda c’è lo zafferano (crocus sativus) estesa su 2000 mq di coltura; usiamo l’“oro rosso” per le cucine dei ristoranti dell’Agriturismo e del Resort di Palazzo di Varignana. Viene venduto anche in una elegante confezione regalo.

Nel mese di settembre, quando sono passati i caldi estivi, le piogge iniziano a rinfrescare l’aria e a bagnare il terreno, il bulbo finisce il periodo di dormienza ed emette i germogli. Il getto ha il compito di farsi strada verso la superficie e uscire all’esterno, dove si aprirà lasciando uscire le foglie e, in seguito, i fiori.

Ogni fiore di zafferano ha 6 tepali di un intenso colore viola, (in botanica il termine tepali in botanica è quello corretto per indicare quelli che vengono comunemente chiamati petali). All’interno del fiore, troviamo gli stimmi, tre fili rossi che rappresentano il vero oggetto della coltivazione che, una volta seccati, si trasformeranno nella preziosa spezia.

In realtà il fiore dello zafferano è un fiore completamente sterile, la pianta di crocus sativus infatti non è più in grado di produrre frutto e seme e si moltiplica esclusivamente per divisione dei bulbi.